Nappynat i pannolini del mondo che verrà

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La cosa dell’essere mamma che mi fa più schifo in assoluto è la consapevolezza di come noi, la squadra più bella e divertente del mondo, siamo anche in grado di produrre una grandissima quantità di pattumiera, che resterà lì a contaminare la terra dove Viola e Andrea, dovranno vivere. Ad iniziare dai pannolini.

I pannolini sono una cosa allucinante. Ce li portiamo dietro dall’infanzia alla terza età passando per i cicli mestruali. Possibile mai generare una mostruosità del genere?

Usa i pannolini lavabili, mi direte voi. E avete ragione, ho anche amiche care strenue sostenitrici del pannolino lavabile ma devo ammettere che sino a oggi non li ho mai usati per paura che mi si complicasse troppo l’esistenza: nel mio immaginario con 2 figli piccoli sarei stata sempre in ballo a pulire cacca e pipì, anche in quei pochi minuti in cui avrei potuto fare altro. Tipo? La doccia.

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Sino a poche settimane fa non avevo idea che esistessero dei pannolini biodegradabili e quando mi hanno proposto di usare i NappyNat ho attivato l’emoticon scettico, quello con una delle due sopracciglia tirate in su e l’altra in giù. La bocca contratta. Mi si è aperta una nuvoletta che vedeva me alle prese con dei sacchetti della spesa sbrodoloni con quell’odore di fungo persistente da mettere vicino alle grazie della mia nuova venuta.

Lo dovevo fare però, dovevo dare una possibilità all’articolo nonostante i miei pregiudizi. Mi hanno assicurato: si buttano nell’umido, si decompongono in 3 settimane. Si decompongono? Ho subito pensato: mamma santissima, alla prima pipì i pannolini sbrodoloni all’odore di fungo mi sporcheranno tutto, dalle lenzuola ai vestiti, passando per il fasciatoio. Nello spogliare la bimba mi colerà tutto a terra, farò il tragitto dal fasciatoio al cestino dell’umido lasciando gocce di qualsiasi cosa che calpesteremo tutti, cane compreso.

E invece no. Iniziamo con il dire che i pannolini Nappynat non hanno nulla a che fare coi cugini sacchetti della spesa e quindi non hanno quell’odore di sacchetto del supermercato al gusto fungo secco, cosa che già mi tutela la componente sociale. Sono sensibile alla convivialità e alla socialità: sotto questo profilo siamo salvi!

Tenuta dei liquidi? Sono ancora incredula di come sia possibile ma ammetto che sono davvero fatti benissimo: resistenti e belli, non lasciano per nulla la bambina bagnata e non è necessario cambiarli di frequente, come avevo immaginato date le caratteristiche di biodegradabilità che mi riportavano all’incubo del sacchetto di cui sopra.

Promossi a pieni voti, non vedo l’ora che così come fecero per i sacchetti di plastica impongano a tutti i brand di produrre pannolini (and co.) con solo con quelle caratteristiche. Per Viola e Andrea e per tutti quelli che verranno.

Francesca Parviero

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