Nintendo Labo, quando il cartone diventa digitale

Nintendo Labo

Mio papà aveva una fabbrica di cartone e io ho passato la mia infanzia a piegare e tagliare scatoloni per gioco, immaginate dunque con quale entusiasmo abbia accettato l’invito al workshop per testare Nintendo Labo, il videogioco per Nintendo Switch, dove si parte proprio da un foglio di cartone fustellato per costruire oggetti che si animano collegandosi alla console.

Nintendo Labo

L’intuizione geniale del progetto Nintendo Labo è quella di superare una volta per tutte la frattura che da sempre divide i videogame da tutte le attività creative e manuali.

La sfida è ridare nuovo smalto ai materiali del passato, riportando i ragazzini dell’era digitale a fare i conti con forbici, colla e pennarelli per costruire Toy-con interattivi da usare con la Switch.

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Durante l’evento milanese organizzato al Teatro IED, insieme a mio marito e Aui abbiamo realizzato la macchinina RC: da una parte il display con le istruzioni di montaggio e dall’altra tutto l’occorrente per personalizzare la vettura a piacere.

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Per me è stata una vera sorpresa vedere tanti ragazzini impegnati a piegare, tagliare, incollare e colorare un esercito di macchinine di cartone tutte diverse e pronte a sfidarsi poi nel ring montato apposta.

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La nostra non passava certo inosservata, tutta #verdejolanda e con la faccia di Kermit sul cruscotto 🙂 🙂 🙂

Ma l’emozione è scattata una volta che l’abbiamo vista muoversi ai nostri comandi, con un  controller nascosto sul cruscotto. Per animare la nostra creazione, infatti, è bastato collegarla alla console Nintendo Switch e dare il via alla fase successiva del gioco: il percorso a ostacoli, la lotta con altre macchine o altre imprese che la fantasia ci suggerisce.

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Il bello di Nintendo Labo è anche l’orizzonte aperto di possibilità e opzioni che ogni gioco ti lascia. Non è più solo questione di livelli da superare come nei classici videogiochi, ma entra in campo la creatività del giocatore.

Tornando alla nostra mattinata, ci siamo poi divertiti a provare insieme agli altri partecipanti tutte le diverse applicazioni di Nintendo Labo.

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Aurora si è trasformata in un robot e con il suo casco di cartone in testa e lo zaino-fai-da-te sferrava calci e pugni per far muovere il suo eroe nello schermo, mentre Paolo, col pallino della musica, esplorava le possibilità sonore del pianoforte di cartone.

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Io mi sono trovata con un manubrio di moto in mano a cercare di non finire fuori pista e per concludere in bellezza ci siamo dilettate in una gara di pesca, con un vero mulinello da girare quando il pesce digitale abbocca. L’effetto anti-stress è garantito!

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Nintendo Labo da noi è stato promosso a pieni voti perché è un gioco rivoluzionario che unisce le generazioni!

Da una parte riporta i ragazzini alle attività manuali di una volta, dall’altra fa digerire ai genitori meno tecnologici i videogame, invitandoli al confronto. Non solo, i due kit che presto saranno in commercio promuovono un modo nuovo di usare la console, altamente creativo, sociale e collaborativo.

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Pensiamo per esempio a due fratelli che invece di scannarsi per un joystick possono far gareggiare le loro macchinine RC personalizzate su un ring costruito in cameretta.

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E poi il progetto Nintendo Labo è un work in progress, prepariamoci a vederne presto delle belle ancora più belle!

Intanto, tenete presente che se per caso vi si rompe un pezzo del vostro gioco in cartone preferito (il cartone è molto resistente ma non indistruttibile, ahimè), vi basterà tenere da conto la fustella per ricostruire le varie parti all’infinito, partendo da una semplice cassetta della frutta.

 

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