Poesia nostalgica
  Ritornando col pensiero al mio paese
  Primavera in città
Passeggiata nell'Isola Polvese
La sorgente
La scuola oggi
La scuola ieri
Risposta ad un'alunna in vacanza
L'Etna

Poesia nostalgica

Cinguetti per la casa
che quando non ci sei
è un nido silenzioso
che t'aspetta.
Perché, perché, perché,
tu dici e guardi
con i tuoi occhi grandi
scuri, profondi e intelligenti.
Sorridi e il sole accendi
intorno a te;
tutto splende di te
e i colori rinnovi
del mondo circostante,
che ruota intorno a te.
Colori accesi un tempo
dal piccolo Carletto
vivace e birichino
come te.
Colori ora diversi,
più intensi e sempre belli,
perché un figlio
è lo scopo della vita,
è la gioia infinita,
è la speranza viva,
è la vita di noi
che in loro vive
e sempre si rinnova. 

Ritornando col pensiero al mio paese

E' il tempo in cui le rondini
ritornano festose
dalle lontane spiagge,
al mio paese antico
sulla collina al sole.

E' un ricamo di voli
il cielo azzurro,
di garriti un concerto
in armonia col coro
delle voci dei bimbi,
che giocano felici
nella piccola piazza
fino a tarda sera,
davanti alla Chiesetta
illuminata a giorno.

Sui fili della luce allineate,
le rondini
son nastri di velluto bianchi e neri
che legano le case basse e chiare,
anch'esse in festa
per la primavera.

Il nido suo ogni rondine ha trovato
che nel tempo continua la vita
anche se breve
e a volte un poco amara.

Soltanto un nido
silenzioso e vuoto
guarda mesto sperando
che la piccola rondine in ritardo
ritorni a festeggiare domattina,
la vita nuova che germoglia intorno.

Primavera in città

Un salice assonnato
allunga i rami nuovi esili e chiari,
mossi dalla leggera brezza mattutina,
fino all'asfalto e all'erba umida e fresca.
Nella periferia della città,
rumorosa, inquinata e indifferente,
chiassose le rondini
ai nidi rotti
silenziosi e vuoti,
di nuovo son tornate
e volan basse e svelte
sfiorando il salice piangente,
che SERENO appare sorridente
al sole della nuova primavera.

Passeggiata nell'Isola Polvese

Io cammino serena
seguendo l'orme degli alunni miei;
ascolto un canto impercettibile di uccelli
e il suono ancor più forte
del cuculo assillante e alquanto strano.
Vedo l'onda che senza posa increspa
la superficie al lago smeraldino.
Un fiore mi dona una bambina,
bianco giglio selvatico
ricamo del Tuo prato
bagnato di rugiada cristallina.
Un salice piangente beve l'acqua chiara
piegato sull'annoso suo tronco, eppure nuovo!
I rami sono mossi
dalla leggera brezza
di nuova primavera, eppure antica!
E' un canto il mormorio che l'acqua fa sentire
quando agli scogli
infrange l'onda sua poi torna indietro.
Gracchia lontano una cornacchia
che stona questo incanto naturale,
eppur creatura uscita di Sue mani.
Gracidano le rane dal profondo pantano,
poi sfiorano le canne sulla riva.
Rosmarino odoroso e antichi olivi
ammantan tutta l'ISOLA POLVESE.

La sorgente

Canta un usignolo
tra i rami spogli
d'un cespuglio
al sole.

Piccola la fonte
a tutti offre
l'acqua sua fresca
che lantana sorgente
giunge fino a noi
per dissetare
il pellegrino stanco
che mena il passo incerto
dolorante o disperato,
alla fine del viale
Madonna di Loreto.

Una lucertola
sporge il suo capino
dalla crepa del muro
del viale.
e s'adagia
sulla sabbia calda
tra roccia e roccia
per godere al caldo,
indifferente
al suon d'una sirena.

La scuola oggi

Lessi una volta,
non ricordo dove
ma chi parlava
era Don. Bosco,
che "partire
dal cuore
si deve
se al cervello
arrivare
si vuole".

I bambini,
come Angeli
in terra,
sorridono
all'ingresso
della scuola
e io vedo VIVA
nei loro occhi
La TUA LUCE, DIO.

Così nel NOME TUO,
nel NOME
del TUO AMORE,
inizia la lezione
con canti
a TE rivolti.

La scuola ieri

E' il tempo degli esami
ed io ricordo bene
una classe ed un bimbo,
seduto in prima fila,
piangere disperato
sul libro aperto
di fronte a Garibaldi.

Il maestro
voleva lì insegnare
con insulti, ceffoni
e brutti voti,
la Storia della Patria
e degli Eroi.

Come poesie
ripeter dovevamo
i nomi più lontani
e sconosciuti
di fiumi, mari,
laghi, monti e colli.

Salire e scendere
le scale dovevamo
per imparare
a far l'equivalenze.

Non sapevamo
che il Coscerno
è il monte soprastante
il paesino,
e che nella vallata
il fiume Nera scorre,
dove noi giocavamo,
ci bagnavamo spesso
e pescavamo a volte.

Risposta ad un'alunna in vacanza

Giulia cara,
la tua cartolina
è un quadro
e chi l'ha "fatto"
è stato un "Gran Pittore".
Tu sai chi è
l'artefice di "tutto",
è solo Dio.
Le tue parole scritte
sono una poesia
che mi svela una gioia;
nel tuo cuoricino
oltre ad esserci Gesù,
"perla nascosta",
c'è un posticino
in fondo, anche per me.
Te ne ringrazio,
"piccola" mia Giulia,
tu sei già "grande".
Nelle "bellezze" ambientali
del magico Gargano,
io vedo il cielo
che al mare si confonde
all'infinito,
ed è tutto un azzurro
naturale,
diverso solo nelle sfumature.
Il mare, poi,
abbraccia la sabbia,
i bagnanti
e gli scogli circostanti.
Così il mare
porti a te il mio abbraccio,
il mio pensiero
e il mio ringraziamento.

L'Etna

La terra esplode
con magma rovente,
cenere inquinante,
lapilli incandescenti
e con boati che riempion l'aria;
son fuochi d'artificio naturali
che non fisiscon mai.
La gente è affascinata
ed ha paura;
il fiume rosso
non demorde ancora,
e la sua lenta
e inesorabil corsa
costringe gli abitanti
alla difesa,
in una lotta
contro la natura.
Raccolti in processione
tutti quanti,
pregano senza sosta
che Dio fermi la lava:
Salva i nostri paesi
e i suoi abitanti,
anche quelli
che solo nel dolore,
nella disperazione
senton che TU ci sei
e che puoi salvarli.

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