Raccontami una fiaba: L’acqua della vita

acqua della vita

Ecco una bella fiaba dei Fratelli Grimm adatta alla “mezza stagione“, quando magari comincia a piovere, sul tema dell’acqua, che risana e riporta le cose allo stato originario e sul bene che vince sempre sul male: L’acqua della vita.

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Un po’ di storia

C’era una volta un re gravemente ammalato. Poteva guarirlo soltanto l’ “acqua della vita”. Il figlio primogenito pensa di andare lui a procurarsela, ma vuole farlo solo per ottenere il regno in cambio. Sulla strada, però, incontra un nano che gli impedisce di proseguire. E così avviene anche con il secondo figlio.

L’ultimo nato della famiglia è l’unico che riesce a dialogare col nano, perché è “sincero e gentile“. Così gli vengono dati gli strumenti per accedere alla fonte della vita chiusa in un castello incantato.

Addirittura il nano gli dà un pane con il quale il figlio riesce anche a sfamare la popolazione che incontra lungo il cammino, colpita dalla carestia e  libererà i due fratelli.

Avvicinandosi al regno, i cattivi fratelli maggiori sostituiscono l’acqua della vita con acqua di mare e la fanno poi bere al padre, il quale si sente subito male. Poi accusano il fratello minore di voler uccidere il re. Così il giovane viene portato nel bosco con un cacciatore che, invece di ucciderlo, lo lascia andare.

Attraverso una strada d’oro il figlio riuscirà poi a sposare la principessa del castello incantato e riabbraccerà il padre, addirittura convincendolo a non fare alcun male ai suoi fratelli che pure lo avevano tradito.

Una favola, tanti significati

Spesso nelle fiabe europee l’eroe ha come compito la ricerca di una fonte miracolosa: l’acqua della vita, della guarigione o dell’eterna giovinezza.

In questa fiaba inoltre si trova un tema identico a quello trattato in Biancaneve (scritta sempre dai Fratelli Grimm), ovvero quello del cacciatore che porta la “vittima” della cattiveria nel bosco, ma, non avendo cuore di ucciderla, la lascia scappare.

Qualche aneddoto

La concezione dell’acqua come fonte di vita o di rinnovo della purezza nella vita è presente in tutte le religioni, soprattutto in quelle monoteiste: ad esempio nel Battesimo, in quella ebraica e cristiana. Secondo gli Indù, il fiume Gange  è sacro e immergendosi in esso si può ottenere il perdono dei peccati e raggiungere la salvezza.

Cosa c’è da imparare

Questa fiaba insegna che chi è superbo e cattivo non solo fa male agli altri, ma rovina anche se stesso. Invece chi è gentile e generoso, anche se magari si trova a soffrire per la sua bontà, sarà poi ricompensato.

 

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