Raccontami una fiaba: Il brutto anatroccolo

brutto anatroccolo

La fiaba che vi proponiamo questa settimana è la famosissima Il brutto anatroccolo, del danese Hans Christian Andersen, particolarmente adatta anche ai bambini più piccoli e rivisitata da iFiabe, con l’aggiunta dei nomi dei personaggi, per poterla mimare e recitare.

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Un po’ di storia

In una nidiata di anatroccoli, uno è grigio, grande e goffo. Sebbene la madre cerchi di coccolarlo, è evidente che il piccolo è diverso dagli altri; tanto che alla fine decide di fuggire vagando senza meta e senza nessuno che gli voglia bene.

Con l’arrivo dell’inverno, rischia di morire congelato. Ma alla fine, sopravvissuto miracolosamente, il piccolo giunge presso uno stagno dove nuota un gruppo di splendidi cigni.

Attratto dalla loro bellezza, si avvicina e rimane sorpreso quando gli splendidi animali lo accolgono come lo stessero aspettando da tempo.

Guardando il proprio riflesso nell’acqua, il protagonista si accorge di essere lui stesso un cigno e diventa così finalmente felice.

Una favola, tanti significati

Il brutto anatroccolo è stata pubblicata per la prima volta l’11 novembre 1843.  Perciò ha 170 anni ma è ancora attualissima!

Se ne trovano tantissime varianti, tra cui due di Walt Disney: una in bianco e nero, del 1931 e una del 1939 a colori (si tratta di The ugly ducking, che ha vinto persino un premio Oscar).

Sul nostro sito trovate anche una filastrocca che si canta con i gesti, in genere all’asilo nido: L’anatroccolo occolo occolo.

Qualche aneddoto

Si dice che la fiaba sia autobiografica, dal momento che Andersen stesso si trovò a essere emarginato proprio perché brutto e timido (e forse anche per il suo rapporto difficile con i sentimenti e la sessualità).

La favola sottolinea anche il valore della famiglia e dell’appartenenza: solo quando si è voluti bene e si riconosce la propria identità possiamo anche accettare meglio noi stessi.

Cosa c’è da imparare

Questa storia racconta le difficoltà che spesso bambini e adolescenti sperimentano durante la loro crescita. Le differenze non solo vanno accettate ma possono rivelarsi un dono: ognuno è unico e irripetibile.

Bisogna sempre “tirar fuori” il cigno che è dentro ognuno di noi. Ne consigliamo la lettura in autunno, per conciliare il sonno.

 

Vi ricordiamo infine che Filastrocche.it ha creato un’applicazione, iFiabe, grazie alla quale potrete leggere ogni giorno un racconto direttamente dal vostro Iphone o smartphone Android.

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