Raccontami una fiaba: La storia del formaggio pasticcione

La storia del formaggio pasticcione

Ecco La storia del formaggio pasticcione: una simpatica fiaba moderna, scritta da Barbara di Castri, molto adatta all’autunno perché i suoi protagonisti sono soprattutto un fungo, un’oliva, un carciofo… che vanno poi tutti a finire su una pizza!

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Un po’ di storia

Un’oliva vanitosa iniziò un giorno a litigare con un fungo dicendo che lei era buona mentre lui poteva avvelenare le persone. Il fungo rattristato chiamò in aiuto l’amico pomodoro che difese il suo cappello che può riparare tutti nel bosco. Si aggiunse l’origano e poi il carciofo, anch’essi vanitosi.

Il sole, preoccupato, iniziò a illuminare il grano, il quale cercò di riportare la pace fra le verdure.  Disse:  “Con la farina che produco formerò tanti dischi volanti e chiamerò in aiuto l’acqua e il lievito e poi accoglierò sopra di me come una brava mamma tutti questi vegetali arrabbiati!”.

Arrivò così un formaggio bianco, del colore della pace: la mozzarella, detto anche formaggio pasticcione. Tutti i vegetali arrabbiati furono sistemati sul disco di pane: olive, carciofi, funghi, pomodori, origano e con il calore del formaggio pasticcione nacque la prima pizza!

Una fiaba, tanti significati

Questa fiaba moderna riprende un poco quelle di Esopo ma, anziché utilizzare gli animali come protagonisti, l’autrice ha pensato bene di fare una cosa più originale: far parlare le verdure!

Anche in questa fiaba, comunque, i protagonisti rappresentano vizi e virtù degli essere umani. E ci dimostra che si possono ancora scrivere belle fiabe, ispirate alla tradizione, ma con elementi innovativi!

Qualche aneddoto

Pare che già gli antichi Egizi, Greci e Romani preparassero focacce schiacciate molto simili alla pizza.

Tuttavia la prima parola “pizza” risale, secondo gli esperti, al 997 e fu reperita nei pressi di Gaeta, nel Lazio! 

La pizza Margherita, però, arrivò solo nel 1889, quando il cuoco napoletano Raffaele Esposito creò la pizza tricolore in onore della Regina Margherita di Savoia: pomodoro, mozzarella e basilico.

Cosa c’è da imparare

La morale della fiaba è questa: meglio fare la pace che fare la guerra: se si sta tutti insieme viene fuori sicuramente qualcosa di buono!

 

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