Raccontami una fiaba: Le tre filatrici

 

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Visto che questa settimana vi parleremo di lavoretti estivi, ecco una fiaba in cui ci sono tre donne che di creatività se ne intendono: Le tre filatrici, scritta dai fratelli Grimm.

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Un po’ di storia

Nella fiaba si racconta la storia di una ragazza molto pigra, che non ne vuole sapere di filare all’arco, ma, incontrando per “caso” tre vecchie filatrici, riesce persino a sposare un principe e ovviamente le invita al suo matrimonio

Una favola, tanti significati

La fiaba è stata scritta dai famosi Fratelli Grimm, in Germania, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. Apparentemente sembra un inno alla pigrizia: la ragazza non fa niente, ma viene sostitutita dalle tre filatrici e riesce pure a fare bella figura!

Pedagogisti e commentatori si sono scatenati nel comprendere questa favola, che evidentemente non è un’esaltazione del dolce far niente, ma molto probabilmente un modo diverso per spiegare il valore della solidarietà e dell’aiuto reciproco.

Qualche aneddoto

Tra Settecento e Ottocento il mestiere di filatrice era uno dei più comuni, almeno nei Paesi europei, soprattutto tra le giovani. Ma in realtà  ha origini antichissime: tutte le civiltà antiche (egiziana, greca, romana, perfino cinese) hanno esempi, in testi o dipinti, di donne che filano.

Le filatrici è anche un quadro molto famoso realizzato nel 1657 circa dal pittore Diego Velàsquez che riporta proprio un mito greco, conservato nel museo del Prado di Madrid, in Spagna.

In Italia quasi tutte le donne fino agli inizio del 1900 sapevano filare la lana o la seta. La filatura veniva praticata con la rocca e il fuso. Negli anni più recenti la filatura venne fatta con macchine a pedale e il fuso venne quindi sostituito dalla spola.

Si filava tutto l’anno, ma soprattutto durante le serate invernali trascorse al tepore delle stalle. Tra le filatrici non mancavano certo donne più pigre, come testimonia questa filastrocca popolare calabrese: La filatrice scansafatiche.

Cosa c’è da imparare

La fiaba insegna a non aspettare a fare il proprio dovere, perchè ci si può cacciare nei guai. Oltre a combattere la pigrizia, però, insegna anche che non c’è da vergognarsi a cercare aiuto e, quando lo si trova, bisogna essere riconoscenti.

Inoltre anche per una “buona a nulla” come la filatrice pigra ci può essere un destino buono dietro l’angolo…

 

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