La fiaba di Piumadoro e Piombofino scritta dal grande Guido Gozzano colpisce per la sua atmosfera rarefatta e leggera, proprio come la sua protagonista che viene trasportata dal vento fino al lieto fine.

Un po’ di storia

La favola racconta di una fanciulla povera che vive con la sola compagnia del nonno carbonaio fino all’età di 14 anni, quando si fa leggera, ma così leggera da sembrare una piuma e da restare chiusa in casa per non volare via. Un giorno il nonno muore e Piumadoro è costretta ad uscire e subito viene rapita dal vento finché incontra la Fata dell’Adolescenza che la aiuta a superare prove importanti, donandole tre chicchi fatati. La missione che spetta alla bella fanciulla è di andare a cercare il reuccio delle Isole Fortunate, che soffre del problema opposto al suo: è così pesante ma così pesante, da non potersi spostare. Come andrà a finire?

Una fiaba, tanti significati

E’ una fiaba che tratta con garbo e delicatezza il tema della trasformazione tipica del periodo dell’adolescenza, piena di squilibri che tendono però a risolversi in bellezza seguendo il corso delle forze naturali.

Cosa c’è da imparare

Seguendo Piumadoro si impara la gentilezza verso gli esseri più deboli (la farfalla, il soffione e lo scarabeo) che poi si riveleranno preziosi alleati nel momento del bisogno. Questa è anche una grande favola d’amore inteso come energia degli opposti che si attraggono e si completano l’un l’altro.

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