Rane in casa: come e dove si allevano

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Le rane sono entrate a pieno titolo tra gli animali da compagnia.

In commercio ci sono tante specie europee che crescono benissimo in cattività. Sono degli animali simpatici e vivaci.

Caratteristiche

La rana è un anfibio a sangue freddo. Le sue dimensioni variano dai 10 ai 30 centimetri. Ha un corpo piccolo, le zampe lunghe e gli occhi sporgenti.

La rana respira attraverso la pelle,

Che cosa mangiano le rane?

Questo anfibio in natura si nutre principalmente di:

  • Insetti
  • Grilli
  • Vermi
  • Moscerini d’aceto
  • Mosche
  • Larve di tarme che si trovano nella farina

È importante che in cattività la rana si alimenti nello stesso modo.

Anche se questo tipo di dieta potrebbe scoraggiarvi ad adottare una rana in casa, esistono rane che si cibano anche di carne, alghe e insalata. Ed in commercio esistono dei preparati che possono soddisfare la sua dieta.

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Come e dove allevare una rana in casa

La cosa davvero fondamentale per allevare una rana in casa o in giardino è ricreare un habitat quanto più simile a quello naturale, che preservi il giusto equilibrio tra caldo e umidità.

La disidratazione, infatti, è il rischio principale che corrono questi animaletti in un ambiente non perfettamente adeguato.

Il terrario deve essere ampio e ben strutturato, in modo che la nostra piccola amica possa nuotare quando ha voglia e riposare fuori dall’acqua per assorbire un po’ di luce solare.

La collocazione ideale della sua ‘casetta’, dunque, è vicino ad una finestra ben illuminata ma non sotto la luce diretta del sole. Oppure in una veranda in giardino.

La lepre e le rane 

Fiaba di Jean de La Fontaine

Le lepri, si sa, sono animali molto timidi, ma nel bosco ne viveva una che era più timida di tutte le sua compagne.

Tremava di paura anche se vedeva cadere una foglia. Ogni volta immaginava che chissà quali nemici stessero per saltarle addosso.

“Povera me!” esclamava sempre “Sono sola e abbandonata da tutti! Nessuno che mi difenda! Se almenno potessi avere un po’ di coraggio!”.

Di coraggio, proprio non ne aveva, e trascorreva tremando quasi tutta la giornata nascosta nella tana.

Un giorno stava brucando un po’ di erbetta tenera, quando un leggero rumore la fece trasalire. Era solo una ghianda caduta da una quercia, ma, come al solito, la lepre si sentì in dovere di fuggire.

Mentre scappava verso la tana, passò vicino alla riva di uno stagno dove alcune rane riposavano al sole.

Vedendo passare quella furia, le rane, spaventatissime, si tuffarono nell’acqua.

Allora la lepre si fermò di colpo:

“Come?” pensò “Le rane hanno avuto paura di me? Allora… allora anch’io valgo qualcosa!”.

Apettò un po’ di tempo e poi provò ad avvicinarsi di nuovo allo stagno, facendo un gran fracasso.

Le rane fuggirono ancora.

“Evviva, hanno proprio paura di me!” gridò la lepre quasi non credendo ai propri occhi. Tutta eccitata, si provò a spaventare le rane ancora un’altra volta.

I poveri animaletti non facevano che tuffarsi in acqua, pieni di spavento.

Da quel giorno la lepre non fu più timida come prima, anzi diventò prepotente con gli animaletti più piccoli di lei.

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La gatta e la rana

Poesia di Giorgio Matteotti

Tratta da “Animali sapienti”, Edizioni Nuages

La festa è finita.

È tardi e nella piazza

fiorita

non c’è più

la gente che impazza.

Resta, sola laggiù

sull’antica fontana

una gatta soriana.

È cisposa, è ormai vecchia

e si gratta un’orecchia.

Della sagra agostana

non l’è importato niente.

Lei pensa a un espediente

per acchiappar la rana

che ormai quasi da un mese

si cela in una tana

nel fosso del paese.

 

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