Mi chiamo Nako
Autore: Guia Risari
Illustratore: Paolo D'Altan
Categoria: Libri
Sottocategoria: Albo illustrato
Fascia Età: da 8 a 11 anni
Autore Recensione: Redazione di Filastrocche.it
Recensione
“Non è la destinazione, ma la strada che conta”. Io credo soprattutto che le strade sono tante e che bisogna trovare quella giusta.
Così si legge in una pagina di questo bellissimo libro illustrato, l’ultima fatica editoriale di Guia Risari, un viaggio attraverso la cultura millenaria e complessa – talora poco conosciuta – dei Rom.
Protagonista è un ragazzino di nome Nako o come lo chiamano a scuola Nachos, per via del colore e dell’odore, come quello delle patatine… Nako parla ai piccoli lettori della sua vita e dei suoi sogni.
Perché anche lui vive, lotta, desidera e spera, come tutti. Il suo mondo è quello della grande famiglia dei nomadi, spesso vittima di pregiudizi e preconcetti. Perché siamo portati a rifiutare e ad allontanare quello che non conosciamo. E per questo li temiamo. Ma Nako resta aggrappato alla saggezza degli anziani, come quella del nonno, che gli ha tramandato le tradizioni e la storia del suo popolo. E nel cuore ha la stessa sua grande speranza: che esiste un mondo bello e felice dove poter vivere.
“… i vecchi parlano di un Paese meraviglioso, dove il nostro popolo balla e suona musica, a cui non si può resistere”. Che è anche l’universo dentro di noi.Con le belle illustrazioni di Paolo D’Altan, Mi chiamo Nako è un libro poetico ed evocativo, che racconta con gli occhi di un bambino i sogni e le sofferenze di un popolo caratterizzato, nonostante tutto, da una grande speranza. Un racconto che evidenzia il valore delle differenze dei popoli e delle culture e l’importanza del rispetto che dobbiamo gli uni nei confronti degli altri, che siano stranieri, rom, neri o gialli…
Perché essere diversi è solo una questione di prospettive. Perché anche noi siamo “diversi” agli occhi dei rom. Insegniamolo ai nostri bambini, per farli crescere in una cultura che accolga le diversità, le accetti e le valorizzi.Alla fine del libro l’inno rom “Gelem, gelem” e alcuni proverbi, che vengono tramandati oralmente da generazioni.
Ci piace perché:
• è un libro poetico ed evocativo, che con testi brevi ma incisivi, che colpisce e fa riflettere
• è di grande bellezza e curato in ogni particolare, in una perfetta armonia fra testi e illustrazioni
• ci avvicina alla cultura del popolo dei Rom
• insegna il valore della diversità e del rispetto di tutte le culture e i popoli del mondo
Editore: Paoline
Anno di Pubblicazione: 2020
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