Ti racconto una fiaba: La volpe e l’aquila

 

Volpe e aquila

Oggi vi raccontiamo La volpe e l’aquila, antichissima favola di Esopo, che invita a riflettere sul concetti di amicizia, tradimento e vendetta. Non è proprio a lieto fine, ma può essere un ottimo spunto per intavolare fruttuose discussioni con i bambini sull’importanza della fedeltà e della fiducia nei confronti delle persone care.

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Un po’ di storia

Una volta in un bosco si incontrano l’aquila Clarissa e la volpe Clizia e fanno subito amicizia, nonostante la loro diversa natura. Diventano così amiche da decidere di vivere vicine, una sulla cima di un albero e l’altra ai suoi piedi. Le due amiche portano nelle loro tane anche i loro cuccioli e tutto fila liscio per un po’ di tempo. Poi però la fame che notoriamente rende ciechi, fa fare all’aquila un gesto tremendo: rapire i volpini di Clizia per mangiarli e offrirli ai suoi aquilotti affamati.

 

L’idea in più

Questa è una favola che si presta molto ad essere reinterpretata graficamente dai bambini. Noi l’abbiamo letta e chiesto loro di fare un disegno-fumetto sul tema. Provate, può essere uno spunto per parlare poi di morale e significati nascosti.

Potete immaginare la rabbia e lo sgomento di Clarissa, tradita dalla sua più cara amica.

La volpe disperata sogna solo la vendetta, ma dato che non è capace di volare, sa di dover aspettare, convinta che prima o poi riuscirà a farsi giustizia. E infatti la sorte le viene presto in aiuto, facendo cadere dal ramo gli aquilotti di Clizia, che verranno divorati davanti agli occhi attoniti della mamma.

Cosa c’è da imparare

E’ una favola trucida che però ci spiega molto bene il concetto di “chi la fa l’aspetti” e ci fa riflettere sul concetto di amicizia e tradimento. Se una persona si fida di noi, farle del male è davvero come una coltellata in mezzo al cuore. L’amicizia vera non contempla il tradimento e quando questo avviene si può solo immaginare la vendetta. Vendetta che come ben sappiamo è un piatto da servire freddo, perché spesso è più efficace stare ad aspettare ai piedi del fiume che passi il cadavere, piuttosto che agire in prima persona. A volte quando uno si comporta male, ci pensa un disegno superiore a pareggiare i conti.

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